Perché non si è fatto il miele?
La risposta a questa domanda è no, non abbiamo fatto miele e questo è un grave problema per tutti gli apicoltori, grandi e piccoli, enormi o minuscoli.
I motivi per cui nella stagione primavera/estate 2021 non è stato fatto miele sono molteplici ma fondamentalmente riassumibili in due questioni.
La prima questione è la costante diminuzione della produzione di miele per arnia. Ciò è dovuto ad un malessere generale delle api. Malessere causato da una serie di fattori che ben conosciamo: inquinamento, parassiti, distruzione della biodiversità, agricoltura intensiva, etc.
Ne ho parlato parecchio su questo blog, un po’ anche nei vari canali social (Ig BeeDifferent, Ig Agrighianda), è forse la mia preoccupazione maggiore perché è strutturale.
La costante diminuzione della produzione di miele per arnia è un dato di fatto di fronte al quale molti apicoltori si sono rassegnati cercando di ovviare a questa situazione magari aumentando il numero di famiglie, e quindi il carico di lavoro.
Altri sperano in annate buone, un mieliluvio miracoloso, per far tornare i conti di quelle drammatiche, come questa.
Questo primo fattore è quello su cui è più urgente lavorare, cercare di contrastare l’inaridimento dei nostri ecosistemi, aumentando la biodiversità, riducendo l’inquinamento sui campi e sui bordi delle strade di diserbanti, antiparassitari, etc.
Come si fa, o meglio come si dovrebbe fare per invertire la tendenza?
Non è questo il post in cui voglio affrontare questo dibattito che è lungo e complesso, si può fare, è ancora possibile salvare le api, non è semplice, ma dobbiamo farlo.
Il secondo fattore, quello climatico è quello che ha davvero dato il colpo di grazia alla già malconcia apicoltura italiana.
La stagione 2021 se possibile ha esacerbato le difficoltà croniche delle colonie di api, mettendole a dura prova.
Ripercorriamo rapidissimi la stagione 2021:
Prima un inverno caldo ha fatto si che le api ricominciassero a lavorare molto presto, ad avere colonie attive già ai primi di febbraio, con conseguente richiesta di cibo e inizio di nuove infestazioni di varroa.
Poi abbiamo avuto quelle che i metereologi da intrattenimento chiamano: le scodate dell’inverno.
Un paio di settimane a marzo di freddo durante le quali le api, in colonie ormai numerose, non potevano uscire a bottinare polline e nettare, sono andate in stress e in alcune zone gli apicoltori sono dovuti intervenire con nutrizioni di soccorso per evitare il collasso della colonia.
Finalmente è arrivata l’acacia, le api hanno iniziato a volare, faceva impressione vedere la forza esplosiva di queste colonie, la voglia di nettare e polline.
Giusto un paio di settimane prima avevo già messo i primi melari: qui trovi un breve video.
Purtroppo la festa è durata poco, già al terzo giorno di acacia è tornato il freddo, e un paio di piogge ben assestate hanno messo fine al raccolto.
Da quella pioggia in poi, non abbiamo più visto una goccia d’acqua fino al 17 luglio quando ha fatto meno di 20 mm in un paio d’ore.
Dal 17 luglio abbiamo dovuto attendere l’ultima settimana di agosto, per avere finalmente circa 50 mm e respirare un po’.
Nel frattempo le api cosa hanno fatto? Hanno sofferto tantissimo, raccolto tantissima acqua e pochissimo nettare e polline. Senza pioggia, in quella che per le Marche è stata l’estate più siccitosa degli ultimi decenni, le piante non fanno fiori, e se li fanno non fanno nettare.
Non c’è stato letteralmente nulla da mangiare per tutta l’estate e quindi colonie di api in difficoltà estrema, e zero raccolto.
Questo è, in breve, quello che è successo in questa stagione 2021.
La grande crisi che le api stanno vivendo è un aspetto di una crisi ambientale che ci sta presentando il conto.
Se è vero che alcuni settori stanno già pagando sulla propria pelle inquinamento, cambiamenti climatici, siccità, trombe d’aria, gelate tardive, inverni tropicali, etc, troppe persone ancora non se ne rendono conto.
Un’estate come questa del 2021, con la siccità e le temperature sempre altissime è stata un incubo per gli agricoltori ma purtroppo non tutti se ne sono resi conto, spesso concentrati solo sul loro ombelico, gioendo che nella settimana di vacanza al mare non ha mai piovuto.
Questo blog serve anche a questo, a cercare di sensibilizzare sempre più persone perché i problemi che ci troviamo ad affrontare sono molto complessi, e non lo si fa da soli.