I lavori in apiario. Il mio diario di Marzo
A partire da oggi provò a tenere un diario dei lavori fatti in apiario mese per mese.
Questo articolo sarà quindi una sorta di promemoria sui lavori di marzo per me, perché rileggendolo il prossimo anno potrò ricordarmi cosa ho fatto, ma potrebbe essere anche d’aiuto a qualche apicoltore che si trova nelle mie stesse condizioni.
L’idea è quella di aggiornare l’articolo ogni volta che faccio qualche cosa in apiario, metterò una data in modo che sarà facile ricostruire le tempistiche.
Marzo è la fine della calma
Marzo è un mese di passaggio, dall’inverno verso la primavera.
Ci sono stati anni in cui a marzo ha fatto abbondanti nevicate, come il 2018, e anni come questo dove marzo inizia con una media di temperature più alte della norma.
Usciamo da un febbraio estremamente caldo, sono fioriti i mandorli e non solo, anche altre piante da frutto hanno iniziato a fiorire.
Per le api questo caldo è un gran casino.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai lavori che si dovrebbero fare in apiario a marzo.
Marzo è il mese della pulizia dell’alveare, si anche le api fanno le pulizie di primavera. In questo mese si mettono le basi per una futura e robusta crescita quindi le celle vanno pulite dai residui di miele ed altre cose per prepararle ad ospitare covata, polline e miele fresco.
In questo lavoro di riorganizzazione interna dell’alveare l’apicoltore deve intervenire ma cosa fa dipende dallo stato di salute della famiglia.
A marzo, più che negli altri mesi, si ha mortalità delle famiglie. Questo è dovuto a molti fattori, principalmente, sopratutto per chi inizia, è la mancanza di scorte e quindi la morte per fame.
Bisogna quindi controllare bene quante scorte ci sono all’interno dell’arnia, intervenire con candito qualora ce ne fossero molto poche e adeguata la larghezza del nido.
Vanno controllati i telai per vedere quanta covata c’è.
Diamo lo sciroppo per stimolare la deposizione?
Al posto del candito possiamo mettere un po’ di sciroppo 1:1 ma in dosi basse, la quantità che viene consumata dalla famiglia in un giorno.
Il mese di marzo è un mese ancora molto umido e non è il caso di introdurre troppa acqua, muffe e marciumi sono dietro l’angolo.
Ricordo che lo sciroppo stimola la deposizione della regina. In questo marzo pazzerello, dove le api sono già partite alla grande e c’è l’incognita scorte e il maltempo in agguato, personalmente eviterei di nutrire per stimolare. In generale lo eviterei, ma ora più del solito.
Sarebbe drammatico ritrovarsi con una famiglia numerosa che si stressa per la fame per il ritorno del freddo a fine marzo. Aspetterei ancora una settimana in modo da arrivare ai primi di aprile con la schiusa ‘pompata‘.
Primavera è tempo di allargare.
Dopo le ristrettezze invernali, sicuramente alcune famiglie già partite avranno bisogno di allargarsi.
Prima di andare in apiario mi sono preparato una bella scorta di telai da nido già costruiti e li ho inseriti in quelle famiglie che avevano bisogno di nuovo spazio per miele e covata.
I telai sono quelli dello scorso anno, appositamente trattati contro la tarma della cera.
Dove inserire i telai quando li aggiungi?
Questo è un errore che ho fatto fino a poco tempo fa, pensavo: metto il telaio nuovo subito dopo la covata così la regina ci mette un bel po’ di uova subito. Se lo metto esterno al primo di miele, hai voglia prima che lo considerino.
Sbagliavo, ecco perché.
I nuovi telai vanno sempre aggiunti dopo il miele, ma dopo la covata. Questo sopratutto a marzo perché un telaio di miele è un isolante termico, mentre i telai con covata sono riscaldati e presidiati. Se inserissi il telaio nuovo dopo la covata e prima del miele, inserirei una zona fredda attaccata alla covata, esponendola al rischio di morire sopratutto con l’abbassamento delle temperature nelle ore notturne.
Marzo è il momento buono per iniziare a fare apicoltura.
Marzo è il mese ideale per chi vuole avvicinarsi a questo mondo.
In ogni regione stanno partendo i corsi di primo e secondo livello, nelle Marche sono due i corsi organizzati dall’Assam.
Marzo 2020 negli apiari BeeDifferent
Quello che ho scritto fino a qui vale per tutti gli apiari, al nord e al sud le tempistiche saranno differenti, noi siamo nelle Marche in zona costiera/collinare quindi a metà strada, più o meno.
Nei nostri apiari noi stiamo monitorando come sono uscite le nostre famiglie dall’inverno.
Devo dire che sono molto soddisfatto, due perdite, di cui una ampiamente annunciata in quanto regina fecondata tardi (settembre inoltrato) e male, ma speravo nel miracolo che non c’è stato.
Ahi me non ce ne sono mai di questi tempi.
Nessuna famiglia ha bisogno della nutrizione di emergenza anche se quattro o cinque sono sotto osservazione, cerco di limitare al massimo la nutrizione, solo in casi estremi. Una decina le ho dovute allargare.
Come spesso succede in primavera ed autunno, l’apiario che abbiamo presso la Pierpaoli, ha famiglie solide con molte scorte, molte più della media delle altre. Questo apiario è a ridosso di orti urbani e una zona residenziale con tanti giardini, questo ad ulteriore testimonianza di quanto potenziale possa avere anche l’apicoltura urbana.
L’altro giorno sono andato a prendere le api che avevo nella postazione temporanea presso la vigna dell’azienda bio Tomassetti.
Avevamo portato 6 nuclei nell’agosto scorso per pulire gli acini.
Non tutti lo sanno ma le api, a differenza delle vespe, non hanno le mandibole abbastanza robuste per rompere la buccia degli acini e si limitano a succhiare il liquido zuccherino che esce dagli acini già bucati dalle vespe, da grandine o altro. L’importante azione delle api secca gli acini danneggiati, evitando muffe fastidiose a tutto il grappolo.
Ho spostato quelle famiglie che nel frattempo hanno svernato benissimo, in una postazione più comoda per seguirle al meglio durante la prossima primavera che immagino sarà molto impegnativa.
Ora la mia preoccupazione principale va alla varroa, più che alle scorte.
La varroa si riproduce nella covata, questo è uno dei motivi per cui è particolarmente difficile trattarla.
Il fatto che si riproduce nella covata implica che maggiore covata abbiamo, maggiore è il numero di varroe. Con una covata partita così frizzante già a febbraio, sebbene le famiglie siano state ben trattate prima dell’inverno, ho paura che l’infestazione si verifichi violenta già tra giugno e luglio, in piena fioritura e raccolto, troppo in anticipo sui trattamenti tampone di agosto.
Una famiglia con alta infestazione è una famiglia poco popolosa, stressata e che non raccoglie. Se l’infestazione supera i livelli di guardia, la famiglia sciama, abbandonando completamente l’arnia.
Il problema non è però la bassa produttività della famiglia o il fatto che si rischia di perderla se sciama, il problema è che una famiglia così può infestare le arnie vicine e prepararsi al peggio per il prossimo inverno e tutta una serie di complicazioni.
In settimana tornerò a visitare tutte le postazioni.
Intanto vi lascio una foto bellissima scattata ad un vassoio di una delle arnie Pierpaoli, cosa leggete in quelle righe?
Foto di copertina di Capri23auto da Pixabay